MOTIVAZIONI, STRATEGIE E PROGETTI

0. MNEMOSYNE, ISTITUTO PER LA SALVAGUARDIA DEL PATRIMONIO STORICO, è associazione volontaria di operatori culturali costituita il 28 Aprile 2005 con Atto del Notaio Francesco Bonardi registrato l’11/05/2005; per Statuto è condotta da un Consiglio Direttivo1 che si è sempre avvalso dell’apporto di numerosi esperti, studiosi e ricercatori2.
1. MNEMOSYNE persegue strategie operative e formative funzionali a poter rendere evidenti i problemi culturali, tecnici e scientifici che condizionano lo stato di conservazione delle risorse del “Museo Italia”.
1.1. Problemi che devono essere correttamente indagati per poter promuovere le condizioni più congrue a rendere fattivi i processi che consentano di “far durare” il più a lungo possibile – con i mezzi e processi più naturali possibile – tutti i materiali di storia e d’arte, negli ambienti (edifici o territori) della loro ordinaria collocazione storica.
2. Non solo per l’importanza da assegnare alla diagnostica, peraltro, si ritiene fondamentale la promozione di sempre nuova ricerca (storica e scientifica) che, per la salvaguardia-durabilità dei materiali di storia e d’arte: privilegi la scoperta delle peculiarità delle molteplici cause che ne incentivano il degrado; individui i processi per la rimozione (o, almeno, per la limitazione) di tali cause; dia fondamento e orientamento alla progettazione e alla conduzione dei minimi
interventi necessari alla fattiva limitazione degli effetti di tali cause, sia per le opere collocate in ambienti confinati che aperti; maturi competenze funzionali a incrementare – con processi il più naturali possibile – le condizioni della durabilità dei materiali di storia e d’arte nei complessi ambientali dei quali siano parte sempre qualificante.
2. L’auspicio, quindi, è di poter contribuire a incentivare sempre maggiori (e più pertinenti) strategie di ricerca e di sperimentazione adeguate a motivare e a fondare processi conservativi che (anche riducendo il più possibile gli interventi diretti sui singoli oggetti d’arte) consentano di conseguire l’effettiva e accertata limitazione dei fattori di degrado che compromettono la durabilità delle risorse di cultura del Museo Italia.
3. L’ipotesi di avviare l’Associazione MNEMOSYNE, ISTITUTO PER LA SALVA-GUARDIA DEL PATRIMONIO STORICO è maturata soprattutto per dare continuità alle riflessioni sulle proposte di Giovanni Urbani (avviate a Brescia fin dal 1982); proposte dallo stesso più volte ribadite, come risulta dai suoi scritti.
4. La principale motivazione delle strategie di Mnemosyne (tra le quali ha priorità il PROGETTO ECOLOGIA PER L’ARTE, soprattutto mediante il Bando per il “Premio GIOVANNI URBANI”) è da rintracciare proprio nell’orientamento a privilegiare processi culturali e scientifici che possano contribuire all’incremento delle proposte di Giovanni Urbani, in modo che tali proposte possano essere fattivamente riconsiderate e trasformate in progetti; a cominciare da quanto attiene la qualità della progettazione degli interventi di conservazione e di
quanto debba prepararli e seguirli per renderli “progetti di durabilità”.
5. Il PROGETTO ECOLOGIA PER L’ARTE, infatti, persegue soprattutto la definizione dei processi più congrui ad accertare le cause che influenzano lo stato di conservazione dei materiali di storia e d’arte, in modo da poter contribuire a
meglio motivare le strategie (di intervento e, precipuamente, di stabilità microclimatica) più adeguate a limitare la diffusione e l’incidenza di tutti i fattori di degrado e a promuovere le condizioni che – il più naturalmente possibile – incrementino le condizioni della durabilità dei materiali di storia e d’arte.
6. La pratica consolidata degli interventi sulle opere d’arte non registra vincoli (o orientamenti) che richiamino alla qualità della progettazione e delle analisi storiche e scientifiche che dovrebbero risultare indispensabili per tutti ai fini della migliore progettazione, anche per assicurare l’efficacia di ogni azione nel tempo.
7. Non solo l’apparenza dei danni facilmente accertabili dovrebbe motivare indagini storiche e scientifiche che consentano di stabilire l’origine dei danni riscontrati e di individuare gli ambiti e i processi di intervento più congrui.
8. Interventi che non sempre (o almeno non prioritariamente) dovranno essere dedicati alle singole opere d’arte, bensì più frequentemente e più sistematicamente, alla stabilità delle condizioni microclimatiche degli ambienti di collocazione dei molteplici e variegati componenti le risorse storiche; quindi, azioni che – contestualmente – interesseranno tutti gli oggetti di storia e d’arte presenti negli ambienti qualificati anche da molteplici, o limitate, opere d’arte.
9. Insomma: con le proprie innovanti strategie l’ISTITUTO MNEMOSYNE vorrebbe contribuire a rendere fattiva la compiuta programmazione delle ricerche e delle indagini storiche e scientifiche funzionali a individuare i processi più congrui a rendere sempre più stabili le condizioni che, alle singole opere d’arte e ai numerosissimi elementi d’arte che connotano i territori storici, consentano di “durare” il più a lungo possibile, senza doverli sottoporre a continui interventi troppo radicali, che – di fatto – alterano le interazioni tra i molteplici materiali che le costituiscono.
9.1. In termini banali, si potrebbe dire che l’obiettivo di Mnemosyne è stimolare ricerca che maturi strategie operative funzionali al dignitoso invecchiamento di ogni materiale di storia e d’arte senza protesi alcuna e, soprattutto, senza
l’uso di prodotti inadeguati (quasi sempre nati per altre funzioni, ma adattati a taluni processi della conservazione) che – forse e nel migliore dei casi – di ogni opera possono produrne anche l’inavvertita (e non studiata) “imbalsamazione”…, come producono troppo frequentemente i sempre più ravvicinati “ri-restauri” (imbalsamazione, sempre più perseguita mediante “clonazione”, in tal modo emarginando anche il ruolo proprio del restauro e di ogni
processo di conservazione-salvaguardia).
9.2. Per questo, è importante sviluppare ricerca che consenta anzitutto di sapere se un intervento diretto sia davvero necessario e, qualora ne sia accertata la necessità, ci sia ricerca adeguata a far conoscere i modi, i materiali e i processi più adeguati alla sua pertinente attuazione (senza trascurare i problemi della compatibilità dei materiali e delle condizioni ambientali più congrue alla durabilità delle opere che siano state sottoposte agli specifici interventi
conservativi appositamente programmati).
9.3. Proprio in questa prospettiva potrebbe trovare ulteriori giustificazioni l’ipotesi di PIANI PILOTA DELLA DIAGNOSTICA DEL PATRIMONIO STORICO sull’esempio di quanto, nel 2003, accolto dall’Assessorato al Territorio della Provincia di Brescia, ma rimasto inattuato.

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